Perugino. Rinascimento immortale: il film
Armonia e Bellezza. Con queste due parole, pronunciate dalla voce narrante di Marco Bocci, si chiude il documentario su Perugino. Il regista Giovanni Piscaglia racconta la lunga vita del pittore umbro con l'equilibrio giusto per accompagnare e analizzare la sua produzione artistica densa e, appunto, armoniosa. Il Perugino è stato infatti l'artista dell'equilibrio e del racconto contemporaneo basato sul colore e sulla perfezione degli sguardi dei suoi soggetti e dei paesaggi naturali e avvolgenti.
Mai drammatico, per nulla estremo o fazioso, antipolitico e uomo schivo, Perugino ha dipinto fino all'ultimo giorno come un talentuoso professionista e imprenditore che è stato al passo coi suoi tempi.
Perugino nasce in un territorio attivo e fecondo per le arti e la cultura: l'Umbria era, tra la metà del Quattrocento e l'arrivo del Cinquecento, uno snodo speciale dove proliferavano numerosi artisti e committenti. Era il periodo dei cambiamenti della storia dell'arte, delle tracce da seguire dopo la rivoluzione di Giotto e delle linee guida di intellettuali e teorici come Leon Battista Alberti e Giorgio Vasari, che, solo alla fine della carriera di Perugino, ne scriverà bene.
Erano i tempi di Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e, naturalmente, Piero Della Francesca. E Pietro di Cristoforo Vannucci (detto il Perugino) era uno di loro. Pittore dal passato formativo misterioso - la maggior parte dei suoi lavori giovanili sono andati persi o distrutti -, tanto da non sapere chi fu il suo maestro e in quale bottega si formò, Perugino si fece un nome nella sua regione per poi essere chiamato alla corte di Lorenzo il Magnifico a Firenze, fino a giungere a Roma, addirittura per affrescare le stanze vaticane e la Cappella Sistina prima dell'arrivo di Michelangelo.
Il pittore dai colori accesi, dai rosa e azzurri irripetuti dopo di lui, dalle espressioni che non sono mai né tristi né felici, ma dallo sguardo pacifico e sereno come quello tipico delle sue straordinarie Madonne, è noto sin da giovane e diviene un grande lavoratore. I committenti giungono da tutta Italia, dal citato Lorenzo il Magnifico fino alla più sofisticata Isabella d'Este, ahimè scontenta del suo grande dipinto commissionato a Perugino in tarda età. Perché il Perugino era di fatto un artista anche di carattere: accettava per denaro, terminava con tempi lunghissimi. Ma, quando portava a compimento una sua opera, era cosciente che avrebbe lasciato delle tracce importanti, indelebili.
Lo dimostrano corpi di lavoro come il Collegio del Cambio a Perugia, dove Perugino affrescò l'intera sala delle udienze dove si riunivano i banchieri: arcate colorate e in movimento grazie alla pittura vivida; personaggi diversi e vivaci - stranamente non tutti ripresi dalla Bibbia, come la maggior parte dei soggetti del pittore - a rappresentare le virtù cardinali, i segni zodiacali o figure antiche.
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