Agrigento, capitale italiana della cultura 2025. Protagonisti del territorio tra storia e immagini
La generazione X ha cominciato a conoscerla fin dai banchi di scuola quando in terza elementare iniziava lo studio della storia. Nell’immaginazione di noi bambini, la Valle dei Templi di Agrigento, era la casa degli dei, una sorta di Olimpo in terra.
Proseguendo, è stata tappa d’obbligo per le gite d’istruzione che sarebbero servite (il condizionale è d’obbligo visto che per gli studenti di ogni generazione le gite istruttive sono distruttive) a far conoscere le testimonianze del passato che il mondo c’invidiava, e, più in là, proseguendo gli studi, Agrigento era metafora della Sicilia e della sicilianità studiando il composito universo pirandelliano. Molti di noi scoprirono la provincia agrigentina, leggendo i romanzi di Sciascia, di Racalmuto, “Il giorno della civetta”, “A ciascuno il suo”, “Una storia semplice”, solo per citarne alcuni, che restituivano un’istantanea della Sicilia e delle sue contraddizioni. Un uomo istrionico, colto, acuto che ha segnato la storia dell’Isola e non solo.
In tempi più recenti, la penna di Andrea Camilleri ci ha portato nella sua “Vigata”, al secolo Porto Empedocle, dove sono nate le storie di Montalbano, il commissario più famoso d’Italia. Agrigento e la sua provincia, è un continente nell’Isola per la etereogeneità dei suoi paesaggi.Dalle terre dei Monti Sicani al mare di Menfi, bandiera blu di Legambiente o a quello di Sciacca, seconda per flotta peschereccia dopo Mazara del Vallo, da Favara, fulcro dell’arte contemporanea con interventi creativi di rigenerazione urbana di quartieri strappati al degrado, simbolo di una utopia possibile a Licata dove Pino Cuttaia, chef bistellato che con la sua cucina della memoria ha acceso un faro sulla ristorazione dell’ Isola facendola conoscere in tutto il mondo.
E, ancora dalle spiagge di sabbia finissima di Eraclea Minoa a due passi dal sito archeologico alla Scala dei Turchi di Realmonte fino al Teatro di Andromeda realizzato dall’artista pastore Lorenzo Reina a mille metri di altezza a Santo Stefano Quisquina da dove è possibile vedere anche l’isola di Pantelleria.
L’antica Akragas ed il suo territorio stupisce per la diversità delle sue colture dove storie di giovani intrecciano innovazione 2.0 con legami di cuore. Qui il vino ha radici profonde ed antiche come la produzione di olio evo d’ alta qualità, ambasciatori di un territorio ricco di produzioni casearie, vere nicchie d’eccellenza del gusto, resilienti all’omologazione.
I siciliani “millennials” sapevano che Agrigento ce l’avrebbe fatto a sbaragliare la concorrenza nonostante le annose criticità, prima fra tutte quelle infrastrutturali, che incidono profondamente nello sviluppo socio economico del territorio amplificando l’impegno, quintuplicando i sacrifici e quella dell’abusivismo che ha fatto scempio della natura e dell’ arte. In occasione della presentazione di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025” è stato realizzato un video dove un bimbo che corre, incontra volti e percorre paesaggi dell’intera provincia agrigentina. Cade e si rialza e ci rappresenta perchè tante volte siamo caduti ma altrettante volte ci siamo rialzati. Ed ora è il momento di correre spediti e di farlo Insieme, al di là dei campanilismi e degli orticelli.
La sfida è, e noi siciliani sappiamo quanto sia difficile, fare “sistema” tra pubblico e privato, tra associazioni ed imprese dando ossigeno, energia, mente e cuore alle idee per costruire, nei fatti, una rete positiva che getti il cuore oltre i pregiudizi culturali, la rassegnazione e l’insano fatalismo che ci portiamo addosso. Lo dobbiamo fare per noi stessi, per quanti hanno deciso di restare e perchè andare via sia una delle opzioni e non una scelta obbligata. Sicilia da gustare ha deciso di aprire un “luogo” all’interno della testata dove dare voce e immagini alla Grande Bellezza di Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025. Con i racconti dei protagonisti del territorio, delle eccellenze della ristorazione e dell’agroalimentare che rappresentano la spina dorsale del tessuto socio-economico e culturale dell’Isola.
Attraverso la rete dei collaboratori di SDG daremo voce alle storie piccole e grandi nella loro straordinaria quotidianità di Agrigento e della sua provincia. E con le immagini della fotografa professionista Elisa Carlisi, offrire uno sguardo nuovo perchè Insieme possiamo tessere la trama di un racconto inedito, positivo, che rappresenta l’eccellenza della Città degli Dei, specchio in cui la Sicilia intera possa ritrovarsi.
Giusy Messina per Sicilia da Gustare
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