Altri paradisi gastronomici non solo a Natale: da Agrigento a Messina
Finora il Natale è stato di certo il periodo delle tavolate interminabili, delle giocate con gli amici a carte, delle riunioni in famiglia, degli addobbi ridondanti e dei pasti esagerati!
Soprattutto in Sicilia è impossibile esimersi dalla “maratona gastronomica” di questi giorni festivi.
Certamente alla vigilia aprono le danze i panificati e le preparazioni da forno tipiche della cucina tradizionale siciliana.
Su tutte le “mignolate” agrigentine, con la cipolla, la salsiccia, il caciocavallo oppure con mortadella e olive nere, e persino con cavolfiore e formaggio…
Nella provincia di Agrigento non si può non trovare sulla tavola del pesce. Il baccalà, ad esempio, che ritroviamo fritto, in pastella o con le patate… insomma, come si preferisce. Noi abbiamo provato la versione tradizionale “alla ghiotta” dello chef Antonio Cipolla al suo ristorante Kalos, nel cuore di Agrigento: superbo!
Consapevoli della bontà della materia prima in Sicilia, gli chef e le massaie in genere si dilettano con ricette di pesce e di carne che competono parallelamente a seconda del palato.
Al ristorante “La Scala”, nella via principale della città, il giovane ma esperto chef Enzo Santalucia prepara per l’occasione i “cappelletti in brodo di cappone” con sentori di chiodi di garofano, cannella e noce moscata. Spezie che con il loro profumo ci portano subito alle magiche atmosfere del Natale e per mano verso un breve viaggio sensoriale attraverso un piatto avvolgente della tradizione rinascimentale italiana.
“In questo Natale, anche se diverso dagli altri, la tradizione a tavola è sempre di moda – dice lo chef Santalucia – e nel mio menu, tutto a base di pesce, non potevano mancare i cappelletti in brodo di cappone e la gelatina di cappone con mortadella di maiale nero e pistacchio di Raffadali.
Sono molto attaccato ai ricordi della mia infanzia e ricordo ancora quando mia nonna Rosa con mia madre Crocetta mi mettevano a cucire i capponi dopo aver completato il ripieno.”
E che dire dei tortelli di zucca?
Pochi ingredienti esaltati da burro, salvia e fondo bruno. Rinomati quelli dello chef Franco Agliolo che dice: “Il piatto delle feste, per me, non può essere altro che una pasta fresca ripiena.
In famiglia, molto prima di intraprendere il mio percorso in cucina, la pasta fresca aveva un ruolo importante nelle feste di tutto l’anno: ogni ricorrenza aveva la sua pasta! I tortelli di zucca nella loro semplicità, racchiudono un mondo fatto innanzitutto di sapori e profumi ma, soprattutto, di ricordi, di emozioni e di tradizioni.”
Lo trovate al ristorante Ambrosia a Sant’Agata di Militello tra il mar Tirreno e i Nebrodi.
Per le feste non possono poi mancare i desserts. Benché la parola (francese) significhi “sparecchiare”, pare proprio il contrario: in Sicilia il momento dei dolci è un tripudio di golosità dai più svariati colori e forme di ogni sorta.
I dolci della tradizione però hanno la meglio su tutti: la cassata è la torta barocca più amata.
Ad Agrigento insieme a questa troviamo anche la cubaita (originariamente mediorientale), i tarallini profumati al limone (di Racalmuto), i ricci di mandorle (della Valle dei Templi di Agrigento), e i dolci di pistacchi (di Raffadali) in varie forme e consistenze (panettoni, creme, biscotti, croccanti…), e poi la frutta secca che sono anche l’accompagnamento ideale di tutti i pranzi e cene. La frutta secca salata o tostata o caramellata o candita, e via dicendo, è presente anche in quasi tutte le tombole della nostra amata regione.
Naturalmente le specialità di questa terra sono tante e non mancheremo nei nostri prossimi articoli di farvele scoprire…
Buone feste 2021
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