“L’Italia si può riprendere solo con la qualità”



Se un individuo guida un'automobile, non per questo è un pilota. Perché se si possiede una macchina fotografica ci si crede un fotografo...uno smartphone e una connessione ad internet ci si crede un social media manager? Se si ha una bella penna si è uno scrittore o un giornalista? 

L’attrezzatura di certo aiuta qualsiasi professione, ma alla base di tutto deve esserci lo studio, l’esperienza sul campo, e, perché no, anche un pizzico di onestà .

La bassa professionalizzazione che investe tutti i campi lavorativi va a tutto vantaggio di tutte quelle figure che, nonostante non abbiano titoli per farlo, si affacciano al mondo del lavoro con un'offerta appetibile in termini economici, ma sicuramente non di contenuti. 

Ma la responsabilità di questo abbassamento di professionalità non è dovuto solamente alla presenza di queste nuove forme professionali ibride. 

Nessuno, suppongo, si farebbe mai curare da un medico che non abbia studiato medicina. E neppure da uno, meno competente solo perché più “economico”!

Eppure spesso ci si fa raccontare la verità da chi non ha abbastanza professionalità per farlo: medici senza laurea o giornalisti dell’ultima ora. 

Ci auguriamo che alcune professioni non scompariranno. Certo è che molti si stanno già trasformando. 

Ma occorre anche pensare che, non sempre l’ottica del risparmio aiuta nella scelta di un professionista. Occorre valutare cosa c’è dietro la preparazione, l’esperienza, la capacità di risolvere davvero il problema e via dicendo...

Quindi nel processo di recruiting si dovranno innanzitutto valutare tutte le hard skills che la professione presuppone senza tralasciare le competenze trasversali, le attitudini personali e relazionali che fanno la differenza tra un candidato e un altro. Ma di certo valutare chi ha entrambe le competenze (tangibili innanzitutto).

Chi affiderebbe il proprio figlio ad un insegnante senza “basi”?

Più volte il Presidente di Formatemp, Francesco Verbaro, ha trattato questo tema, adesso più attuale che mai, ed è a lui che chiediamo una battuta finale.

“Ci possiamo permettere di avere un dipendente della regione incompetente, ma non un medico o un insegnante. 

L’Italia si può riprendere solo con la qualità. 

Con l’emergenza si rischia di accelerare e semplificare il reclutamento perdendo di vista la qualità del personale che si recluta”.



in foto Francesco Verbaro intervista da Elisa Carlisi


Elisa Carlisi


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